Immunità petrolifera

IMMUNITÀ PETROLIFERA: NESSUNA GIUSTIZIA PER KHASHOGGI

Per la Cia il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è il mandante dello squadrone della morte che il 2 ottobre 2018 uccise e fece a pezzi, nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, il giornalista saudita del Washington Post, Jamal Khashoggi. Mohammed bin Salman è attualmente sotto processo, in un tribunale americano, in seguito alla denuncia presentata dalla fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, e da Democracy for the Arab World Now (DAWN), un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani per tutti i popoli del Medio Oriente e del Nord Africa. In campagna elettorale Biden aveva promesso tolleranza zero su questa vicenda e un mese fa, dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio, aveva confermato il suo atteggiamento intransigente.

Ora, invece, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha informato di aver suggerito al dipartimento della Giustizia di sostenere in giudizio che Mohammed bin Salman può avvalersi dell’immunità prevista, presso la giurisdizione dei tribunali statunitensi, per i capi di governo stranieri. Ne avrebbe diritto essendo stato nominato, il 27 settembre, primo ministro dell’Arabia Saudita. Gli oppositori fanno però notare che l’ordinamento giuridico saudita non prevede tale figura e che questa nomina è una truffa, il frutto di una manovra fraudolenta che ha il solo scopo di consentire a bin Salman di uscire indenne dal processo. D’altra parte, è noto che quella saudita è una monarchia assoluta in cui il Re Salman controlla tutte le leve del potere.

Mohammed bin Salman beneficerà dell’immunità perché sono in ballo milioni di barili di petrolio. Con un messaggio devastante: un capo di Stato o di governo accusato di aver ordinato l’omicidio di un oppositore politico, negli Stati Uniti non può essere processato, ha «licenza di uccidere». La fidanzata di Khashoggi ha accusato Biden di aver tradito il giornalista: «Oggi Jamal è morto di nuovo». La segretaria generale di Amnesty International, Agnés Callamard, ha dichiarato che «il governo statunitense dovrebbe chinare la testa per la vergogna per quello che non è altro che un triste, grave e completo tradimento». «Il tentativo del governo saudita di estendere l’immunità a bin Salman semplicemente dichiarandolo primo ministro – ha aggiunto Agnés Callamard – va oltre il cinismo, ed è sconcertante che l’amministrazione Usa abbia dato credito a questo stratagemma legale».

Mantova per la Pace
20.11.2022

Da Mantova per la PacePubblicato il 4 dicembre 2022
sulla Gazzetta di Mantova