MOBILITAZIONE PER LA PACE

Appello per l’Ucraina

MOBILITAZIONE PER LA PACE

Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza al popolo ucraino, drammaticamente e pesantemente colpito dalla guerra provocata dall’invasione russa. La violazione del diritto internazionale, i bombardamenti sempre più diretti sulla popolazione civile, la fuga di milioni di ucraini… Non c’è alcuna giustificazione. E l’Ucraina, aggredita, ha il diritto all’autodifesa.

Che fare? Condividiamo e facciamo nostre le parole di Padre ALEX ZANOTELLI per dare continuità e spessore all’impegno per la pace.

“La manifestazione nazionale a Roma del 5 marzo, promossa e partecipata da tantissime associazioni, è stata una bella piazza piena, un segno di speranza, che ci dice che la gente non vuole la guerra. Questo sentimento dobbiamo prenderlo seriamente e continuare a mobilitarci: dobbiamo darci da fare. Innanzitutto facendo pressione sul nostro governo, a cui dobbiamo dire basta finanziamenti alle armi. Il ministro della Difesa, che per noi è il ministro della guerra, ha annunciato giorni fa che la spesa militare potrebbe essere portata dagli attuali 30 miliardi di euro all’anno a 38-40 miliardi tra il 2027 e il 2028. Con un incremento di 3 miliardi già dal prossimo. È una pazzia. Questi soldi vanno spesi per la scuola, la sanità, non per le bombe e i missili. La guerra è il risultato di questo armarsi fino ai denti”.

“Il movimento pacifista non si deve fermare, ora inizia l’impegno. Possiamo organizzare un’iniziativa per smuovere le coscienze, come fece don Tonino Bello con la carovana della pace per Sarajevo. Una carovana di centomila auto diretta al confine ucraino. Gli amanti della pace, i costruttori di pace si facciano sentire. C’è urgenza di gesti importanti”.

“La decisione del Parlamento italiano di inviare armi in Ucraina è un’aberrazione totale, una follia. La nostra Costituzione, all’art. 11, ripudia la guerra. Ciò vuol dire che se mandiamo materiale bellico adesso siamo in guerra. In secondo luogo, la legge 185 del 1990, che regola l’esportazione di armi, vieta al governo di vendere armi a Paesi che sono in guerra. Che Camera e Senato abbiano approvato questa risoluzione è assurdo, ci vergogniamo per quel voto”.

“In questo momento il nostro governo dovrebbe spendersi in ambito internazionale per forzare i contendenti a sedersi attorno a un tavolo e arrivare a una soluzione pacifica, portare Russia e Ucraina al tavolo dell’Onu. Una cosa che si sarebbe dovuta fare nel 2014, dopo il protocollo di Minsk, che avrebbe dovuto porre fine alla guerra civile nell’Ucraina orientale, ma che, è chiaro, non è mai stato attuato. Oggi l’Ucraina è una polveriera, è un Paese spaccato profondamente, con un nazionalismo che fa paura. Un negoziato è sempre possibile, ci si può mettere d’accordo. Ma i combattimenti devono cessare. La posta in gioco è altissima, rischiamo grosso, una guerra nucleare, l’inverno nucleare”.

Seguono i firmatariPubblicato il 21 marzo 2022
sulla Gazzetta di Mantova

MANTOVA PER LA PACE Rete provinciale di associazioni, cittadine e cittadini

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  • Arci provinciale
  • Associazione Colibrì
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  • Cooperativa Il Mappamondo
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  • Gruppo La pace ci piace
  • Libera
  • Libertà e Giustizia
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  • Movimento Nonviolento
  • Namaste Ostiglia
  • Officina dell’Intercultura
  • Progetto “Ambiente e Costituzione”
  • Università Verde Pietro Toesca

Sottoscrivono:

  • Antonia Araldi
  • Angelo Baccolo
  • Franco Baraldi
  • Veronica Barini
  • Emanuele Bellintani
  • Nerio Beltrami
  • Marzia Benazzi
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  • Claudio Cogno
  • Elisa Damiani
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  • Attilia Ferrari
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  • Gianluca Florulli
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  • Alessandro Monicelli
  • Claudio Morselli
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  • Antonia Prudenziati
  • Riccardo Quarenghi
  • Franco Reggiani
  • Sabrina Ricci
  • Azzolino Ronconi
  • Laura Rosa
  • Lino Rovizzi
  • Sofia Tenedini

Con il popolo Ucraino. Per la pace e la nonviolenza, sempre e ovunque

Contributo di Claudio Morselli del Centro territoriale del Movimento Nonviolento di Mantova e Mantova per la Pace

In Ucraina gli stessi crimini che, negli ultimi vent’anni, sono state compiuti – e con effetti ancora più orribili e devastanti – dalla Nato, dagli Stati Uniti e da altri Paesi, Italia compresa.

Le responsabilità dell’Onu e dell’Unione Europea. Fermare i combattimenti e proseguire coi negoziati per realizzare un accordo che garantisca, a entrambe le parti, condizioni di reciproca sicurezza e rispetto della sovranità. Fermare la folle corsa al riarmo e sostenere le proposte di pace.


La bella e partecipata manifestazione di sabato scorso in piazza Sordello a Mantova ci dice molto della solidarietà, dell’affetto e della vicinanza dei mantovani nei confronti popolo ucraino, pesantemente colpito dall’invasione russa.

COSA POSSIAMO FARE?

Quanto sta succedendo in Ucraina ci angoscia e ci trasmette un senso di impotenza. Ma cosa possiamo fare, noi, persone amanti della pace e della nonviolenza, di fronte a questa immane tragedia? Possiamo fare molto, innanzitutto con l’accoglienza dei profughi. Poi con donazioni che si possono fare, da casa, alle organizzazioni riconosciute che sono in grado di intervenire, sul posto, per aiutare la popolazione ad attutire il pesante impatto della guerra sulla loro vita. Possiamo, e dobbiamo, far sentire la nostra voce per esprimere, con grande forza, la condanna dell’aggressione militare e il ripudio della guerra, di ogni guerra, come dice la nostra Costituzione, chiedendo la cessazione immediata degli scontri armati e sollecitando la comunità internazionale ad agire con politiche di pace. Dobbiamo “essere”, come diceva Gandhi, il cambiamento che vorremmo vedere avvenire nel mondo.

IL DIALOGO E L’AZIONE DIPLOMATICA

Ora è positivo che siano iniziati i colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina e che, nonostante le grandi difficoltà, la trattativa sia cominciata. Bisogna proseguire col dialogo, coi negoziati e con l’azione diplomatica, per realizzare un accordo che garantisca, a entrambe le parti, condizioni di reciproca sicurezza e rispetto della sovranità. Questo, a nostro parere, deve essere l’obiettivo primario da perseguire, il punto di riferimento essenziale e irrinunciabile per arrivare a una pace duratura. Per fare questo si dovrà ripartire da quanto previsto dagli accordi di Minsk, e in particolare, da un lato, dal riconoscimento dell’autonomia delle due auto-proclamate Repubbliche del Donbass e, dall’altro, dal ritiro di tutte le formazioni armate straniere, prevedendo inoltre la realizzazione di iniziative di smilitarizzazione e disarmo, soprattutto per quanto riguarda gli armamenti nucleari.

LA FOLLE CORSA AL RIARMO

Prende corpo invece una nuova, folle e pericolosissima corsa al riarmo e alla fornitura di armamenti all’Ucraina: benzina buttata sul fuoco. Il movimento pacifista ucraino l’ha detto chiaramente: “non inviate armi”, altrimenti sarà una carneficina. Le armi non sono la soluzione. Le armi non fermano le armi. Così si rischia l’allargamento e l’inasprimento del conflitto, vanificando le azioni di pace. Senza dimenticare che le sanzioni sono più efficaci delle armi. In Ucraina non bisogna mandare armi, ma i Caschi blu dell’Onu.

ONU E UNIONE EUROPEA

«Oggi l’unico intervento possibile – ha detto Francesco Vignarca, della Rete italiana Pace e disarmo – è il peace keeping». «Che effetto farebbe – ha aggiunto – l’arrivo in Ucraina di 50 mila Caschi blu per l’interposizione?». Le Nazioni Unite e l’Unione Europea sono finora rimaste colpevolmente in ombra. La crisi ucraina è sfociata nella guerra dopo otto anni di tensioni, scontri e violenza, nella pressoché totale indifferenza di chi avrebbe dovuto e potuto intervenire per evitare il disastro. Ora è il momento di recuperare errori e ritardi. È necessario che Onu e Unione Europea si decidano ad assolvere al loro ruolo dichiarato di costruttori di pace, realizzando un’azione concreta di neutralità attiva per porre fine alla guerra e alle violenze in Ucraina.

PROPOSTE DI PACE

La pace si costruisce con azioni di pace. Sempre e ovunque, con coerenza. Occorre unire l’impegno di ciascuno per sollecitare le forze politiche, il Governo e il Parlamento affinché si facciano carico di sostenere l’approvazione di alcuni dei più importanti provvedimenti che il movimento pacifista e nonviolento ha proposto da tempo e che sono fondamentali per contribuire alla costruzione di una pace duratura in Ucraina, in Europa e nel mondo. Essi sono:

  1. la riduzione delle spese militari;
  2. la rinuncia all’acquisto dei missili a testata nucleare F35;
  3. la ratifica del trattato di messa al bando delle armi nucleari approvato nel 2017 dalle Nazioni Unite;
  4. la dismissione delle bombe atomiche di Aviano e Ghedi;
  5. la riconversione delle fabbriche di produzione delle armi;
  6. l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla difesa civile, non armata e nonviolenta.

STA SUCCEDENDO DI NUOVO

Con l’invasione dell’Ucraina ancora una volta la pace è violentata, il diritto internazionale calpestato, così come sono calpestati i diritti umani ed infranta la legalità internazionale. Ma è d’obbligo una riflessione sul fatto che ciò sta succedendo, ancora una volta, dopo che negli ultimi vent’anni gli stessi crimini sono state compiuti – e con effetti ancora più orribili e devastanti – dalla Nato, dagli Stati Uniti e da altri Paesi, Italia compresa. Ex Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria: guerre atroci provocate impunemente, sconvolgendo il mondo. Per non parlare delle responsabilità internazionali per il protrarsi del lunghissimo conflitto israelo-palestinese, che rappresenta una vergogna planetaria, e dei tanti conflitti per procura messi in atto, soprattutto nel continente africano. È bene ricordarlo, affinché la pace non sia offuscata da retorica, ambiguità e ipocrisia.

Tratto da Azione Nonviolenta – 3 marzo 2022

DiPubblicato il 4 marzo 2022
Claudio Morsellisulla Gazzetta di Mantova