Appello a Draghi sul tema ambientale

Draghi

Sulle tematiche ambientali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, frettolosamente approvato dal Consiglio dei ministri, non ha introdotto sostanziali modifiche rispetto al programma di lavoro del ministro della Transizione ecologica Cingolani, le cui gravi criticità ci avevano spinto a inviare una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il testo completo della lettera è disponibile su Facebook, all’indirizzo https://www.facebook.com/mantovaperlapace/posts/3956927237686279. Si può sottoscriverla mettendo un like, un commento e/o condividendo il post sul proprio profilo, oppure inviando una mail a mantovaperlapace@gmail.com. Qui di seguito ne proponiamo una sintesi, a conferma del nostro giudizio negativo.

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Signor Presidente, abbiamo condiviso le Sue affermazioni sulla necessità di proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale. Abbiamo apprezzato l’impegno Suo e del Governo quando ha dichiarato che «vogliamo lasciare un buon pianeta» e che perciò è necessario «cambiare i modelli di crescita, con un approccio nuovo rispetto all’agricoltura, alla salute, all’educazione, alla protezione dei territori, alla biodiversità, al riscaldamento globale….» mettendo al centro la salvaguardia dell’ecosistema globale. Ci preoccupa però la mancanza di volontà nel tradurre queste affermazioni in un progetto politico fatto di priorità e provvedimenti coerenti. Le riforme, per essere efficaci, devono intervenire sull’impianto economico-finanziario che alimenta la crisi climatica, devono rispondere al dramma della povertà e delle disuguaglianze sociali, di cui Lei stesso ha riconosciuto l’aggravamento.

Ma tutto questo nel programma di lavoro del ministro della Transizione ecologica Cingolani non c’è, così come non ci sono riferimenti alla necessità di riconciliarci con gli habitat naturali e con il vivente, alla riduzione dei consumi energetici e alla modifica dei nostri stili di vita. La prospettata conferma dei sussidi per le fonti fossili, l’enfasi su due tecnologie attualmente inconsistenti (il sequestro di carbonio e la fusione nucleare), l’incremento delle aree per l’estrazione di idrocarburi, rischiano inoltre di vanificare i progetti di decarbonizzazione.

Ci preoccupa, infine, l’ulteriore, ennesimo, aumento delle spese militari che si vorrebbe realizzare tramite i fondi del Recovery Plan, per sostenere la già fiorente industria bellica italiana, che farà incrementare, ancor di più, le esportazioni di armi. Questo è un vero e proprio scandalo, così lo ha definito papa Francesco a Pasqua: «La pandemia è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri; malgrado questo – ed è scandaloso– non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari».

Le chiediamo quindi di ripensare ad azioni coerenti per la realizzazione di un’effettiva transizione, o per meglio dire una “conversione” ecologica. Vogliamo che i fondi del Next Generation EU favoriscano un’economia inclusiva e sostenibile, un’economia della Pace. Molte proposte sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono state avanzate dall’Associazione Laudato si’, dalla Società della cura con il Recovery PlanET, da Fridays For Future, Greenpeace, Legambiente e altre associazioni ambientaliste, oltre che dalla Rete Italiana Pace e Disarmo. Ripartire dalla “normalità” del passato non basta più, il futuro nostro e dei nostri figli ci chiede urgentemente un deciso cambiamento di rotta.

Seguono i firmatariPubblicato il 1 maggio 2021
sulla Gazzetta di Mantova
  • Claudio Morselli (Mantova per la Pace)
  • Sofia Pasotto (Fridays For Future Mantova)
  • Marco Pirovano (Centro diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, Mantova)