
In apertura due parole per ricordare cosa rappresenta la Siria per tutta l’umanità: i nomi Abu Hureyra, Tell Qaramel, Karahan Tepe e Karakadag forse non sono particolarmente noti. I primi tre sono siti archeologici risalenti al 9˙500∼11˙500 avanti Cristo, l’ultimo è un prato in montagna che si ritiene il luogo di origine del frumento.

Parliamo della “Mezzaluna fertile”, il luogo dove è nata l’agricoltura. I primi due siti sono nel nord della Siria, i secondi due sono in Turchia, a pochi chilometri dal confine turco-siriano. Damasco, la capitale, si ritiene che sia abitata ininterrottamente dal 9˙000 a.C. e viene considerata la città più antica del mondo. Scusate se è poco.
Non è facile parlare di pace in una terra che nei suoi 12˙000 anni di storia ha visto succedersi Egizi, Hittiti, l’impero Assiro (da cui il nome), la conquista di Alessandro Magno e i regni ellenistici, l’impero romano, Bisanzio, i califfati arabi, l’impero Ottomano e, dopo la prima guerra mondiale, il “protettorato” francese, durato fino al 1946.
Neanche l’indipendenza è servita a portare una tregua duratura, basti ricordare che tra il 1948 e il 1970 ci sono stati tredici colpi di stato, l’ultimo dei quali ha portato al potere Hafiz al-Asad.
La guerra più recente è esplosa nel 2011, durante quella che viene definita dai giornali “primavera araba”. È la “guerra civile siriana” (o rivoluzione siriana), nata per abbattere Bashar al-Asad, figlio di Hafiz al-Asad, succedutogli al potere nel 2000.
Ricordiamo solo due eventi, tra i molti che hanno segnato questo periodo: la battaglia di Aleppo, 31 mila morti tra il 2012 e il 2016, e l’instaurazione dello Stato Islamico (più noto come Isis o come Daesh) tra il 2015 e il 2019 e non ancora del tutto scomparso. Nella cartina, da Limes, la situazione al 2015, il momento di massima espansione dello Stato Islamico.

E l’8 dicembre 2024, Bashar al-Asad “abdica”, lascia Damasco e si rifugia in Russia. Si pensava, si sperava, fosse la svolta finale, ma pare proprio che non sia così. Tra vendette religiose, truppe lealiste che ancora combattono, interessi e interventi esteri, la guerra continua.
